giovedì 22 agosto 2013

domenica 18 agosto 2013

mappa dell'inchiesta









attenzione: i materiali finora pubblicati sono solo parziali


(associazione Isola delle Correnti)


Lido di Noto - Marina di Avola
(Res.Ca.)

(Avola Resiste)

(S.O.S. Siracusa)

(Alberta Dionisi)

Brucoli - Costa Saracena

Agnone Bagni                              

(Catania Antispecista)

Plaja di Catania
(Catania Antispecista)

Scogliera di Catania - Acicastello


Riserva Naturale orientata La Timpa

(Clara S.)


Taormina - Letojanni



Siracusa - Area marina protetta del Plemmirio

















Lo scorso 29 luglio è scaduto il vincolo biennale alla riserva del Plemmirio. Esattamente il 29 luglio 2011 fu approvato un Decreto Regionale (ex legge 98/81) per l’istituzione della riserva della Penisola Maddalena, che ingloba tutta l’area della Pillirina e che ne tutela l’integrità per due anni più due di eventuale proroga.

Numerose sono state le pressioni, giunte alla Regione Siciliana, in seguito all’emanazione del suddetto decreto, con numerose osservazioni dei privati, interessati alla realizzazione del Villaggio Turistico della Pillirina. Osservazioni che chiedevano la riperimetrazione della riserva, allo scopo di scorporare dalla stessa, l’area di interesse del Villaggio Turistico. Osservazini che sono state “respinte” dall’organo preposto, ovvero dal Consiglio Regionale Protezione Natura (CPRN) nel maggio del 2012.

Alla fine di luglio, pochi giorni prima della scadenza, l’Assessore Regionale al Territorio e all’Ambiente Lo Bello, ha proposto la costituzione di un “Gruppo di lavoro, composto da rappresentanti della Regione, del Comune di Siracusa, dei Tavolo per il Lavoro, e dalle Associazioni Ambientaliste, che “senza pregiudizio alcuno”, si confronti e discuta della nuova perimetrazione della Riserva del Plemmirio”. Nei giorni passati avevamo segnalato la crescente pressione esercitata dal Tavolo del Lavoro e dai proprietari delle aree della “Pillirina” sugli organi che hanno la competenza per l’istituzione della Riserva Naturale Orientata “Capo Murro di Porco e Penisola della Maddalena”, allo scopo di consentire l’edificazione di una grande struttura turistica.

Adesso si è oltrepassato il segno: la proposta avanzata - a quanto pare di comune accordo dall’Assessore e dal Tavolo del Lavoro - è un fatto gravissimo, perchè individua un percorso del tutto irrituale che mina il regolare corso della procedura istitutiva della Riserva. Non si è mai visto un assessore regionale contrattare l'istituzione di una Riserva e suggerire, cosi come riportato nel comunicato stampa del Tavolo del Lavoro di Siracusa, la creazione di un "Gruppo di Lavoro" per definire il perimetro della Riserva. La legge regionale in materia di parchi e riserve (legge n. 98/81) non prevede assolutamente queste procedure. Ed ancora più grave è che l’Assessore Regionale Territorio e Ambiente non abbia ancora convocato il Consiglio Regionale per la Protezione del Patrimonio Naturale (CRPPN) per esprimere il proprio parere sulle osservazioni formulate sulla proposta di riserva naturale e sulla integrazione del Piano Regionale Parchi e Riserve Naturali, necessario per includervi l’area naturale protetta in oggetto. È chiaro il tentativo di portare su un piano extra istituzionale un procedimento che dovrebbe riguardare esclusivamente gli aspetti e le caratteristiche ambientali paesaggistiche e di tutela di biodiversità dell’area in questione. Altro che “metodo innovativo”, il “gruppo di lavoro” che si prospetta è un pateracchio indecoroso, contrario alla legge! È del tutto evidente che SOS Siracusa e le singole associazione che la compongono, che non hanno mai offerto alcun avallo al metodo proposto, si rendono assolutamente indisponibili a far parte di qualsiasi “gruppo di lavoro”. Dell’iter istitutivo se ne occupino gli uffici dell'assessorato regionale, il Consiglio Regionale per la Protezione del Patrimonio Naturale e la 4ª Commissione dell'Assemblea Regionale Siciliana. Detto ciò notiamo che il cosiddetto Tavolo del Lavoro di Siracusa ha assunto in questa vicenda un ruolo di lobby, inteso come gruppo di pressione che, più che auspicare, difendere, come dice di fare, l'interesse generale sta sponsorizzando un singolo progetto economico come se da questo dipendesse il futuro turistico della città.

Ci chiediamo, a questo punto, se oltre alla società Elemata srl non ci siano altri soggetti interessati che abbiano direttamente o indirettamente interessi o tornaconti di qualsiasi natura, sull'area della Pillirina. È diventato insopportabile il tentativo reiterato di screditare il ruolo degli ambientalisti, indicati quasi come filosofi della contemplazione fine a se stessa da colori i quali da anni continuano a parlare di strategie economiche volte al rilancio occupazionale della nostra provincia con scarsissimi risultati e obiettivi raggiunti. L’assessore lasci perdere la concertazione e metodi che nulla hanno a che fare con il corretto esercizio delle proprie funzioni istituzionali; proceda subito all’integrazione del Piano Regionale dei Parchi e delle Riserve Naturali al fine di includervi la Riserva Naturale Orientata in oggetto e pertanto convochi con celerità il Consiglio Regionale per la Protezione del Patrimonio Naturale e dopo trasmettea gli atti alla IV Commissione dell’ARS al fine di esprimere i pareri previsti dalla legge propedeutici all’emissione del decreto assessoriale di modifica del Piano.

S.O.S. Siracusa

latomie della pillirina (sullo sfondo l'isola di ortigia)

Fondaco - Sant'Alessio - Santa Teresa Riva - Furci - Roccalumera - Nizza

















Il tratto di costa della provincia di Messina su cui sfociano i torrenti Fiumana d'Agrò, Savoca, Pagliara e Fiumedinisi, pur avendo in parte gli stessi problemi che affliggono altre località della riviera ionica, in particolare la speculazione edilizia in alcune località, presenta però un mare molto pulito e offre ancora molte spiagge libere non troppo affollate e ben tenute.
Va particolarmente tutelata per le sue caratteristiche naturali la spiaggia di Fondaco Parrino, afferente al Comune di Forza d'Agrò, da cui peraltro si attende da molti anni la definitiva autorizzazione per l'area riservata al naturismo.


Riposto - Torre Archirafi - Fondachello di Mascali - Fiumefreddo - San Marco



















Oltre venti chilometri di un’enorme e splendida spiaggia, in gran parte di ciottoli, circondata da macchia mediterranea, potrebbero essere un’enorme risorsa. Ma dalla foce del fiume Alcantara a Torre Archirafi la costa è stata devastata da ogni tipo di attività umana, con esempi al limite dell’incredibile: la foce dell'Alcantara è parco naturale... e nella spiaggia c'è divieto di balneazione a causa di scarichi fognari. Paradossale, anche perché si tratta di un sito in cui in certi periodi dell'anno si rifugiano uccelli migratori, e che quindi non andrebbe violato.
A Fiumefreddo, nella riserva della Gurna, c'è il cadavere della cartiera Keyes, mai bonificata e piena di eternit. L’enorme spiaggia che si estende da San Marco fino a Fondachello non ha alcuna manutenzione, è spesso circondata da cumuli di spazzatura, la strada che la costeggia si interrompe in una sorta di sentiero da rally, per poi trasformarsi in lungomare devastato dall’abusivismo.
I cartelli di divieto apposti dai comuni di Calatabiano e Fiumefreddo incredibilmente vietano l’accesso ai cani, senza alcun ragionevole motivo vista l’ampiezza degli spazi. Nessun controllo invece per il divieto di pesca, che nonostante il cartello viene esercitata nell’area.
Fondachello e Sant'Anna di Mascali sono devastate dalla spazzatura e dalle concessioni selvagge ai lidi e la spiaggia di Riposto è stata addirittura cancellata dall'abusivismo edilizio: fin dagli anni ’70  blocchi di cemento messi come frangiacque per proteggere le ville abusive sorte nel centro del paese hanno sostituito la spiaggia nera. A Torre Archirafi, infine, all’abusivismo si accompagna il tentativo di farne un centro della vita notturna della costa ionica, con evidenti conseguenze su quel che resta dell’ambiente naturale.

Report di Clara S.
 

Acitrezza - Area marina protetta isole dei Ciclopi



















La costa di Acitrezza è famosa per essere stata teatro dei poemi e dei romanzi più famosi della storia. I Malavoglia di Giovanni Verga, le Metamorfosi di Ovidio, l’Eneide di Virgilio, l’Odissea di Omero. Proprio quest’ultimo poema è quello che ha dato il nome a tutta la zona chiamata, appunto, “Riviera dei Ciclopi”.
Il turismo, così come lo intendiamo oggi, toccò Acitrezza nei primi anni ’50 ed i “villeggianti” apprezzavano le acque pulite e l’ordine e la pulizia del centro cittadino. I decenni successivi, però, devastarono quasi tutto il territorio di Acitrezza che si ritrovò con costruzioni oltre il limite e con servizi non adatti a contenere un tale numero di persone. I danni maggiori li ebbe la costa sulla quale, per “agevolare” la discesa a mare, vennero gettate innumerevoli colate di cemento.
La zona a nord, chiamata “barriera” è caratterizzata da grossi massi, (“pitrazzi” per i trezzoti) che oggi si trovano intramezzati da spesse e lunghe discese a mare interamente realizzate in cemento. Più avanti troviamo una zona di rara importanza geologica, infatti la costa si trasforma, mostrando tutta la particolarità della natura: sono i pillows lave. Il professor Roland dell’Università delle Hawaii li classificò come le formazioni “più straordinarie” del loro genere. Attualmente, i pillows lave, sono totalmente abbandonati al degrado, infatti una parte di essi si trova parzialmente coperta dal cemento ed un’altra parte è stata inglobata nelle strutture del porto nuovo di Acitrezza, sfregiandone diversi. Tra queste due zone di pillows lave si apre la più ampia spiaggia di Acitrezza (ed anche l’unica, visto che le altre sono state sostituite da ampie distese di cemento, seppellendole). Potrebbe essere un luogo di attrazione turistica, visto che è rimasta quasi intatta, ma proprio in questa zona sfocia la conduttura fognaria, senza depurazione, di Acitrezza.
La fogna che sfocia a mare, in piena zona “B” dell’AMP Isole del Ciclopi, è il problema più grave che colpisce la costa di Acitrezza. Centinaia di metri di costa sono segnati dal divieto di balneazione per inquinamento e quando le correnti sono più forti, le acque putride si spingono anche oltre.
Continuando a scendere verso sud incontriamo il porto nuovo di Acitrezza che ha inglobato al suo interno il vecchio scalo di fine XVII secolo. All’interno è ancora attivo il cantiere dei mastri d’ascia ed a fianco di quest’ultimo vi è l’antico scalo dei malavoglia ed il geosito dei Basalti Colonnari.
Tutta questa zona è d’esempio, perché fino agli inizi degli anni 2000 era ricoperta dal cemento, che occludeva anche le rarissime formazioni laviche, ora tutelate. Grazie alla tenacia dei soci del Centro Studi Acitrezza ed alla spinta propulsiva dei cittadini trezzoti la soprintendenza ai BB CC AA di Catania fece eliminare il cemento e riqualificare la zona. Fino ad oggi è l’unico esempio di rinaturalizzazione ad Acitrezza ed oggi l’area dei basalti colonnari è tra le più visitate dai turisti.














Spostandoci ancora più a sud, tra la zona dei “Faragghiuneddi” e la zona denominata “Stagnitta” vi sono varie colate di cemento, vetuste e pericolose, che fungono da discesa a mare. Continuando a scendere verso sud si trova il Lido dei Ciclopi a “tagliare in due” il Lungomare dei Ciclopi, bloccando la passeggiata ed impedendo il libero transito sulla battigia. Vengono a mancare delle discese a mare ecocompatibili che potrebbero permettere la discesa a mare ai bambini, agli anziani ai portatori d’Handicap ed in generale a tutte le persone che hanno difficoltà a muoversi sugli scogli.

























AMP Isole dei Ciclopi:

L’Area Marina Protetta Isole dei Ciclopi, (provvedimenti istitutivi: D.I. 7/12/1989 (G.U. n.86 del 12/04/1990), D.M. 17/05/1996 (G.U. n.263 del 09/11/1996), D.M. 09/11/2004 (G.U. n.16 del 21.01.2005) ) è una delle prime Riserve Marine istituite in Italia. L’obiettivo è quello di tutelare dei fondali unici nel loro genere, quasi tutte le alghe e le piante marine presenti nel Mediterraneo dimorano nello specchio d’acqua che circonda le isole dei Ciclopi e tantissime specie di pesci si trovano a nuotare in queste acque.
Le specie ittiche si erano notevolmente ridotte negli ultimi anni a causa della pesca intensiva, mentre la situazione odierna è nettamente migliorata. Non è difficile imbattersi in grandi banchi di pesci di diverse specie, anche sottocosta ed a pochi metri di profondità. Stesso discorso vale per le altre classi animali e vegetali della riserva.
Il problema più grande, però, resta lo scarico fognario in piena zona “B” dell’AMP. Oltre al grande scarico della zona spiaggetta, ve ne sono altri più piccoli, ma dannosi, all’interno del porto di Acitrezza e sul Lungomare Scardamiano di Acicastello, dove i torrenti si sono trasformati in scarichi fognari abusivi.
Discutibile la scelta di permettere l’attracco nelle boe tangenti la zona “A” di riserva integrale anche ai gommoni ed ai motoscafi. Gli scarichi di benzina che si riversano in mare attraversano senza problemi le sagole e le boe per entrare nello specchio d’acqua davanti l’Isola Lachea. Inoltre il rumore causato da questo tipo d’imbarcazioni non si sposa con una zona di riserva integrale quale è la zona “A”. Stesso discorso è da fare per il corridoio di lancio, realizzato da qualche anno, che taglia in due la Riserva ed è tangente alla zona “A” di riserva integrale. Oltre ai problemi con gli
scarichi di benzina ed al rumore causato da queste imbarcazioni, si è di fatto impedito di fare una nuotata tra il Faraglione Grande (zona “A”) ed i due faraglioni più piccoli (zona “B”) perché ci si trova a dover attraversare il corridoio di lancio, zona deputata al passaggio delle grosse barche a motore.

 Centro Studi Acitrezza

giovedì 8 agosto 2013

Riserva Naturale orientata oasi faunistica di Vendicari















La Riserva Naturale orientata oasi faunistica di Vendicari è un delicato insieme di ecosistemi marini e terrestri, ed offre bellissime spiagge, purtroppo invase troppo spesso senza alcun rispetto.
La bellezza dei luoghi ha attirato, oltre ad un turismo in costante aumento, anche vari tentativi di saccheggio: nel 2011 ci vollero mesi di mobilitazione per impedire l'apertura di un megastabilimento balneare al confine nord con la riserva, nella cala adiacente alla spiaggia di Eloro e alle rovine dell'area Colonna Pizzuta.
Lo scorso anno è partito un nuovo tentativo di lottizzazione e cementificazione a poca distanza dalla stessa area, che abbiamo denunciato ed osteggiato sostenendo le mobilitazioni locali, e che solo poche settimane fa è stato, si spera definitivamente, bloccato.
Tutte dimostrazioni di come sia necessari vigilare su questi luoghi, per impedire le speculazioni e la cementificazione delle coste e per preservarli da chi utilizza le spiagge della riserva senza rispettare il mare e l'ambiente.